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Thursday, March 12, 2020

IT -- COMUNICATO SUL CONVEGNO DEL 25 APRILE -- 12 MARZO 2020

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Il Comitato organizzatore del Convegno Liberiamoci dalla  guerra, in programma per il 25 aprile a Firenze (cinema teatro Odeon),  si è riunito martedì 10 Marzo per valutare lo stato delle cose immediatamente dopo la decisione del Governo di mettere in quarantena l’intero paese fino al prossimo 3 Aprile.

La tematica del Convegno, che si trova in pieno e positivo sviluppo organizzativo e politico, è: “Uscire dal Sistema di Guerra, per un’Italia neutrale” e si coniuga con l’ appoggio a Julian Assange, per impedire la sua estradizione verso gli Stati Uniti. Vi parteciperanno relatori nazionali e internazionali di grande prestigio.

Entrambe le motivazioni hanno una eccezionale importanza. La prima coincide con “il più grande spiegamento di forze USA in Europa dalla fine della Guerra Fredda” secondo le parole del Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg.  Iniziativa di per sé provocatoria nei confronti tanto della Russia quanto dei popoli europei che vogliono la pace, ma che ha assunto un ordine di grandezza superiore di stoltezza  in quanto si svolge mentre l’Italia e l’Europa devono fronteggiare l’emergenza del Covid-19.

La seconda motivazione è dettata dalla necessità di porre fine alla persecuzione di un “eroe del nostro tempo” qual è Julian Assange. Colui che ha svelato al mondo la verità del potere USA e che ora il Governo degli Stati Uniti intende punire, con un processo politico intimidatorio nei confronti di tutti i giornalisti del mondo: processo illegale a un cittadino straniero che ha svolto il suo lavoro nell’interesse della democrazia mondiale.

Ebbene: noi comprendiamo la eccezionalità della situazione in cui si trova tutta l’Italia e la necessità di fermare il contagio e battere l’epidemia il più rapidamente possibile. Ma non intendiamo rinunciare all’esercizio delle libertà democratiche che le misure adottate dal governo obiettivamente comprimono.

La gravità dell’epidemia e del  momento politico italiano e mondiale richiede non la rinuncia ma la riaffermazione fermissima dei diritti costituzionali di tutti i cittadini italiani. Il 25 Aprile è, in questo senso una data simbolica e, per la maggioranza, indimenticabile.

Per questo motivo noi manteniamo l’impegno, e intendiamo moltiplicarlo, perché il 25 Aprile si  possa invitare gli italiani — quelli che non vogliono restare “indifferenti” — a dimostrare la loro volontà di pace e di giustizia.

Senza, dunque, minimamente contraddire le difficili — seppure tardive — decisioni del Governo, noi continueremo a lavorare per realizzare il Convegno. Il 3 Aprile esamineremo di nuovo lo stato delle cose, anche sulla base delle decisioni del Governo. E valuteremo in quali forme agire affinché rimanga accesa, anche se simbolicamente nella sola Firenze, o in altra sede da definire, la candela della democrazia e della giustizia.

Per coloro che si sono già iscritti (oltre 110) e coloro che hanno già contribuito a sostenere le spese la conferma che saranno comunque considerati iscritti anche nel caso di un rinvio a date successive anche nel caso di soluzioni solo televisive o mediatiche che dovessimo essere costretti a realizzare per il 25 Aprile per festeggiare la fine della Guerra e la Liberazione del nostro paese.

L’Italia sia portata fuori dal sistema della guerra! Libertà per Julian Assange!
Continueremo a tenervi aggiornati costantemente.

p. il Comitato organizzatore
Giuseppe Padovano


Monday, March 9, 2020

IT -- ManlioDinucci -- L'Arte della Guerra -- Nell’Europa chiusa per il virus la Ue apre le porte all’esercito Usa

Photo By: Capt. Ellen Brabo

L’Arte della guerra

 Nell’Europa chiusa per il virus 
 la Ue apre le porte all’esercito Usa 

Manlio Dinucci



I ministri della Difesa dei 27 paesi della Ue, 22 dei quali membri della Nato, si sono incontrati il 4-5 marzo a Zagabria in Croazia. Tema centrale della riunione (cui ha partecipato per l’Italia il ministro Guerini del Pd) non è stato come affrontare la crisi da Coronavirus che blocca la mobilità civile, ma come incrementare la «mobilità militare». Test decisivo è l’esercitazione Defender Europe 20 (Difensore dell’Europa 2020), in aprile e maggio.

Il segretario generale della Nato Stoltenberg, che ha partecipato alla riunione Ue, la definisce «il più grande spiegamento di forze Usa in Europa dalla fine della Guerra Fredda». Stanno arrivando dagli Usa in Europa – comunica lo US Army Europe (Esercito Usa in Europa)  – i 20.000 soldati che. insieme ad altri 10.000 già presenti e a 7.000 di alleati Nato, «si spargeranno attraverso la regione europea».

Le forze Usa portano con sé 33.000 pezzi di equipaggiamento militare, dagli armamenti personali ai carrarmati Abrams. Occorrono quindi adeguate infrastrutture per il loro trasporto. C’è però un problema, evidenziato in un rapporto del Parlamento Europeo (febbraio 2020): «Dagli anni Novanta le infrastrutture europee sono state sviluppate puramente a scopi civili. La mobilità militare è però ritornata ad essere una questione chiave per la Nato. Poiché la Nato manca degli strumenti per migliorare la mobilità militare in Europa, l’Unione europea, che ha gli strumenti legislativi e finanziari per farlo, svolge un ruolo indispensabile».

Il Piano d’azione sulla mobilità militare, presentato dalla Commissione europea nel 2018,  prevede di modificare «le infrastrutture non adatte al peso o alle dimensioni dei mezzi militari». Ad esempio, se un ponte non può  reggere il peso di una colonna di carrarmati, deve essere rafforzato o ricostruito. In base a tale criterio, la prova di carico del nuovo ponte, che a Genova sostituirà il ponte Morandi crollato, dovrebbe essere fatta con carrarmati Abrams da 70 tonnellate. Tali modifiche, inutili per usi civili, comportano forti spese a carico dei paesi membri, con un «possibile contributo finanziario Ue».

La Commissione europea ha destinato a tale scopo un primo stanziamento di 30  miliardi di euro, denaro pubblico proveniente dalle nostre tasche. Il Piano prevede inoltre di «semplificare le formalità doganali per le operazioni militari e il trasporto di merci pericolose di tipo militare». Lo US Army Europe ha richiesto l’istituzione di «un’Area Schengen militare», con la differenza che a circolare liberamente non sono persone ma carrarmati.

L’esercitazione Defender Europe 20 – è stato detto all’incontro di Zagabria – permetterà di «individuare nella mobilità militare qualsiasi strozzatura, che la Ue dovrà rimuovere». La rete dei trasporti Ue sarà quindi testata da 30.000 soldati Usa, che «si spargeranno attraverso la regione europea», esentati dalle norme sul Coronavirus. Lo conferma il video dello US Army Europe sull’arrivo in Baviera, il 6 marzo, dei primi 200 soldati Usa: mentre in Lombardia, a poche centinaia di km di distanza, vigono le norme più severe, in Baviera – dove si è verificato il primo contagio europeo di Coronavirus  – i soldati Usa, scesi dall’aereo, stringono le mani delle autorità tedesche e abbracciano i commilitoni senza alcuna mascherina. Sorge spontanea la domanda: forse sono già vaccinati contro il Coronavirus?  

Ci si domanda inoltre che scopo abbia «il più grande spiegamento di forze Usa in Europa dalla fine della Guerra Fredda», ufficialmente  per «proteggere l’Europa da qualsiasi potenziale minaccia» (con chiaro riferimento alla «minaccia russa»), nel momento in cui l’Europa è in crisi  per la minaccia del Coronavirus (c’è un caso perfino nel Quartier generale Nato a Bruxelles).

E poiché lo US Army Europe comunica che  «movimenti di truppe ed equipaggiamenti in Europa dureranno fino a luglio»,  ci si domanda se tutti i 20.000 soldati Usa ritorneranno in patria o se una parte resterà invece qui con i suoi armamenti. Il Difensore non sarà mica l’Invasore dell’Europa?

il manifesto, 10 marzo 2020


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«DICHIARAZIONE DI FIRENZE»
Per la creazione di un fronte internazionale NATO EXIT in tutti i paesi europei della NATO.
Geografo e geopolitologo. Libri più recenti: Laboratorio di geografia, Zanichelli 2014 ; Diario di viaggio, Zanichelli 2017 ; L’arte della guerra / Annali della strategia Usa/Nato 1990-2016, Zambon 2016, Guerra Nucleare. Il Giorno Prima 2017; Diario di guerra Asterios Editores 2018, Premio internazionale per l'analisi geostrategica assegnato il 7 giugno 2019 dal Club dei giornalisti del Messico, A.C.


Monday, March 2, 2020

IT -- Manlio Dinucci -- L’Arte della guerra -- 30 mila soldati dagli Usa in Europa senza mascherina

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L’Arte della guerra

 30 mila soldati dagli Usa in Europa senza mascherina 

Manlio Dinucci

Gli Stati uniti hanno alzato l’allerta Coronavirus per l’Italia a livello 3 («evitare viaggi non essenziali»), portandolo a 4 per Lombardia e Veneto («non viaggiare»), lo stesso che per la Cina. Le American Airlines e le Delta Air Lines hanno sospeso tutti i voli tra New York e Milano. I cittadini Usa che vanno in Germania, Polonia e altri paesi europei, a livello 2 di allerta, devono «adottare accresciute precauzioni».
C’è però una categoria di cittadini Usa esentata da tali norme:  i 20.000 soldati che cominciano ad arrivare dagli Stati uniti in porti e aeroporti europei per l’esercitazione Defender Europe 20 (Difensore dell’Europa 2020), il più grande spiegamento di truppe Usa in Europa degli ultimi 25 anni. Compresi quelli già presenti, vi parteciperanno in aprile e maggio  circa 30.000 soldati Usa, affiancati da 7.000 di 17 paesi membri e partner della Nato, tra cui l’Italia.
La prima unità corazzata è arrivata dal porto di Savannah negli Usa a quello di Bremerhaven in Germania. Complessivamente arrivano dagli Usa in 6 porti europei (in Belgio, Olanda, Germania, Lettonia, Estonia) 20.000 pezzi di equipaggiamento militare. Altri 13.000 pezzi sono forniti dai depositi preposizionati dallo US Army Europe (Esercito Usa in Europa), principalmente in Germania, Olanda e Belgio. Tali operazioni, informa lo US Army Europe, «richiedono la partecipazione  di decine di migliaia di militari e civili di molte nazioni».
Arriva allo stesso tempo dagli Usa in 7 aeroporti europei il grosso del contingente dei 20.000 soldati. Tra questi 6.000 della Guardia Nazionale provenienti da 15 Stati: Arizona, Florida, Montana, New York, Virginia e altri. All’inizio dell’esercitazione in aprile – comunica lo US Army Europe  – i 30.000 soldati Usa «si spargeranno attraverso la regione europea» per  «proteggere l’Europa da qualsiasi potenziale minaccia», con chiaro riferimento alla «minaccia russa».
Il generale Tod Wolters – che comanda le forze Usa in Europa e allo stesso tempo quelle Nato quale Comandante Supremo Alleato in Europa – assicura che «l’Unione europea, la Nato e il Comando europeo degli Stati uniti hanno lavorato insieme per migliorare le infrastrutture». Ciò permetterà ai convogli militari di spostarsi rapidamente lungo 4.000 km di vie di transito. Decine di migliaia di soldati attraverseranno le frontiere per effettuare esercitazioni in dieci paesi.In Polonia arriveranno, in 12 aree di addestramento, 16.000 soldati Usa con circa 2.500 veicoli. Paracadutisti Usa della 173a Brigata di stanza in Veneto e italiani delle Brigata Folgore di stanza in Toscana andranno in Lettonia per una esercitazione congiunta di lancio.
La Defender Europe 20 viene effettuata per «accrescere la capacità di dispiegare rapidamente una grande forza di combattimento dagli Stati uniti in Europa». Si svolge quindi con tempi e procedure che rendono praticamente impossibile sottoporre decine di migliaia di soldati alle norme sanitarie sul Coronavirus e impedire che, nei turni di riposo, entrino in contatto con gli abitanti. Per di più la US Army Europe Rock Band terrà in Germania, Polonia e Lituania una serie di concerti a ingresso libero che attireranno un grande pubblico. I 30.000 soldati Usa, che «si spargeranno attraverso la regione europea», sono di fatto esentati dalle norme preventive sul Coronavirus che invece valgono per i civili. Basta l’assicurazione data dallo US Army Europe che «stiamo monitorando il Coronavirus» e che «le nostre forze sono in buona salute».
Viene allo stesso tempo ignorato l’impatto ambientale di una esercitazione militare di tale portata. Vi parteciperanno carrarmati Usa Abrams, pesanti 70 tonnellate con corazze di uranio impoverito, che consumano 400 litri di carburante per 100 km producendo forte inquinamento per erogare la massima potenza.
In tale situazione, che cosa fanno le autorità Ue e nazionali, che cosa fa l’Organizzazione mondiale della Sanità? Si mettono la mascherina, oltre che su bocca e naso, sugli occhi. 
il manifesto, 03 Marzo 2020



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«DICHIARAZIONE DI FIRENZE»
Per la creazione di un fronte internazionale NATO EXIT in tutti i paesi europei della NATO.
Geografo e geopolitologo. Libri più recenti: Laboratorio di geografia, Zanichelli 2014 ; Diario di viaggio, Zanichelli 2017 ; L’arte della guerra / Annali della strategia Usa/Nato 1990-2016, Zambon 2016, Guerra Nucleare. Il Giorno Prima 2017; Diario di guerra Asterios Editores 2018, Premio internazionale per l'analisi geostrategica assegnato il 7 giugno 2019 dal Club dei giornalisti del Messico, A.C.

Tuesday, February 25, 2020

IT-- Manlio Dinucci -- L'arte della guerra -- Pandemia del virus della paura



Giovanna Botteri, corrispondente Rai da Pechino 
(dove è stata trasferita da New York),
diffonde tra gli italiani la paura per il mortale virus, mostrandosi sul Tg2 interamente vestita di nero con cappuccio,
guanti e maschera dello stesso funereo colore.

L’arte della guerra

 Pandemia del virus della paura  

Manlio Dinucci

Premesso che il Coronavirus non va sottovalutato e che si devono seguire le 10 regole preventive del Ministero della salute, occorre  adottare una 11a regola fondamentale: impedire il diffondersi del virus della paura. 
Esso viene sparso soprattutto dalla televisione, a partire dalla Rai che dedica i telegiornali quasi interamente al Coronavirus. Il virus della paura penetra così in ogni casa attraverso i canali televisivi. 
Mentre  lanciano il massimo allarme per il Coronavirus, essi tacciono sul fatto che l’influenza stagionale, epidemia molto più mortale, ha provocato in Italia  durante la 6a settimana del 2020 – secondo l’Istituto superiore di sanità – in media 217 decessi al giorno, dovuti anche a complicanze polmonari e cardiovascolari legate all’influenza. 
Tacciono sul fatto che – secondo  l’Organizzazione mondiale della sanità – muoiono in Italia in un anno per Hiv/Aids oltre 700 persone (in media 2 al giorno), su un totale mondiale di circa 770.000. 
A proposito della campagna allarmistica sul Coronavirus, Maria Rita Gismondo – direttore di Macrobiologia clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano, dove si analizzano i campioni di possibili contagi – dichiara: «A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Guardate i numeri. Non è una pandemia». 
La voce della scienziata non arriva però al grande pubblico, mentre ogni giorno, dalla Rai, servizio che dovrebbe essere pubblico,  ai canali Mediaset  e non solo, si diffonde tra gli italiani la paura per «il mortale virus che dalla Cina dilaga nel mondo». 
Campagna di fatto funzionale a quanto dichiara il segretario Usa al commercio Wilbur Ross  in una intervista a Fox Business: «Penso che il Coronavirus contribuirà al ritorno di posti di lavoro dalla Cina negli Usa. In Cina c’è stata prima la Sars, dopo la peste suina, ora il Coronavirus». Quindi, commenta il New York Times, «la perdita per la Cina potrebbe essere un guadagno per l’America». 
In altre parole, il virus potrebbe avere un impatto distruttivo sull’economia cinese e, in una reazione a catena, su quelle del resto dell’Asia, dell’Europa e della Russia, già colpite dal calo dei flussi commerciali e turistici, a tutto vantaggio degli Usa rimasti economicamente indenni. 
Global Research, il centro di ricerca sulla globalizzazione diretto dal prof. Michel Chossudovsky, sta pubblicando sull’argomento dell’origine del virus  una serie di articoli di esperti internazionali. Essi  sostengono che «non si può escludere che il virus sia stato creato in laboratorio». 
Tale ipotesi non può essere considerata complottista ed esorcizzata come tale.  Perché? Perché gli Stati uniti, la Russia, la Cina e le altre maggiori potenze hanno laboratori in cui si conducono ricerche su virus che, modificati, possono essere usati quali agenti di guerra biologica anche su settori mirati di popolazione. 
È un campo circondato dal più fitto segreto, spesso sotto copertura di ricerca scientifica civile. 
Emergono però dei fatti: la presenza a Wuhan di un biolaboratorio dove scienziati cinesi, in collaborazione con la Francia, effettuano studi su virus letali, tra cui alcuni inviati dal Laboratorio canadese di microbiologia. 
Nel luglio 2015 l’Istituto governativo britannico Pirbright ha brevettato negli Usa un «coronavirus attenuato». 
Nell’ottobre 2019 il Johns Hopkins Center for Health Security ha effettuato a New York una simulazione di pandemia da coronavirus prevedendo uno scenario che, se si verificasse, provocherebbe 65 milioni di morti. 
Non è invece simulata la pandemia del virus della paura, che dilaga con distruttivi effetti socio-economici.

il manifesto, 26 febbraio 2020


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«DICHIARAZIONE DI FIRENZE»
Per la creazione di un fronte internazionale NATO EXIT in tutti i paesi europei della NATO.
Geografo e geopolitologo. Libri più recenti: Laboratorio di geografia, Zanichelli 2014 ; Diario di viaggio, Zanichelli 2017 ; L’arte della guerra / Annali della strategia Usa/Nato 1990-2016, Zambon 2016, Guerra Nucleare. Il Giorno Prima 2017; Diario di guerra Asterios Editores 2018, Premio internazionale per l'analisi geostrategica assegnato il 7 giugno 2019 dal Club dei giornalisti del Messico, A.C.







Monday, February 17, 2020

IT -- Manlio Dinucci -- L'arte della guerra -- Il futuro dell’America sempre più armato

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L’arte della guerra
 Il futuro dell’America sempre più armato 
Manlio Dinucci


Il «Budget per il futuro dell’America», presentato dal Governo Usa, mostra quali sono le priorità dell’Amministrazione Trump nel bilancio federale per l’anno fiscale 2021 (che inizia il 1° ottobre di quest’anno).

Anzitutto ridurre le spese sociali: ad esempio, essa taglia del 10% lo stanziamento richiesto per il Dipartimento della Sanità e dei Servizi Umanitari. Mentre le stesse autorità sanitarie comunicano che la sola influenza ha provocato negli Usa, da ottobre a febbraio, circa 10.000 morti accertati su una popolazione di 330 milioni. Notizia taciuta dai grandi media, i quali lanciano invece l’allarme globale per i 1.770 morti a causa del coronavirus in Cina, paese con 1,4 miliardi di abitanti.

Non può non venire il sospetto sulle reali finalità della martellante campagna mediatica, la quale semina terrore su tutto ciò che è cinese, quando, nella motivazione del Budget Usa, si legge che «l’America ha di fronte la sfida proveniente da risorgenti Stati nazionali rivali, in particolare Cina e Russia».

La Cina viene accusata di «condurre una guerra economica con cyber armi contro gli Stati uniti e i loro alleati» e di «voler plasmare a propria somiglianza la regione Indo-Pacifica, critica per la sicurezza e gli interessi economici Usa». Perché «la regione sia libera dalla malefica influenza cinese», il Governo Usa finanzia con 30 milioni di dollari il «Centro di impegno globale per contrastare la propaganda e disinformazione della Cina».  

Nel quadro di «una crescente competizione strategica», il Governo Usa dichiara che «il Budget dà la priorità al finanziamento di programmi che accrescano il nostro vantaggio bellico contro la Cina, la Russia e tutti gli altri avversari». A tal fine il presidente Trump annuncia che, «per garantire la sicurezza interna e promuovere gli interessi Usa all’estero, il mio Budget richiede 740,5 miliardi di dollari per la Difesa nazionale» (mentre ne richiede 94,5 per il Dipartimento della Sanità e dei Servizi Umanitari).

Lo stanziamento militare comprende 

Ø  69 miliardi di dollari per le operazioni belliche oltremare,

Ø  oltre 19 miliardi per 10 navi da guerra

Ø  15 miliardi per 115 caccia F-35 e altri aerei,

Ø  11 miliardi per potenziare gli armamenti terrestri.   

Per i programmi scientifici e tecnologici del Pentagono vengono richiesti 14 miliardi di dollari, destinati allo sviluppo di armi ipersoniche e a energia diretta, di sistemi spaziali e di reti 5G.

Queste sono solo alcune voci di una lunga lista della spesa (con denaro pubblico), che comprende tutti i più avanzati sistemi d’arma, con colossali profitti per la Lockheed Martin e le altre industrie belliche. 

Al budget del Pentagono si aggiungono diverse spese di carattere militare iscritte nei bilanci di altri dipartimenti.

Ø  Nell’anno fiscale 2021, il Dipartimento dell’Energia riceverà 27 miliardi di dollari per mantenere e ammodernare l’arsenale nucleare.

Ø  Il Dipartimento per la sicurezza della patria ne avrà 52 anche per il proprio servizio segreto.


Ø  Il Dipartimento per gli affari dei veterani riceverà 243 miliardi (il 10% in più rispetto al 2020)  per i militari a riposo. 

Tenendo conto di queste e altre voci, la spesa militare degli Stati uniti supererà, nell’anno fiscale 2021, 1.000 miliardi di dollari. La spesa militare degli Stati uniti esercita un effetto trainante su quelle degli altri paesi, che restano però a livelli molto più bassi. Anche tenendo conto del solo budget del Pentagono, la spesa militare degli Stati uniti è 3/4 volte superiore a quella della Cina e oltre 10 volte superiore a quella della Russia.

In tal modo «il Budget assicura il dominio militare Usa in tutti i settori bellici: aereo, terrestre, marittimo, spaziale e cyber-spaziale»dichiara la Casa Bianca, annunciando che gli Stati uniti saranno tra non molto in grado di produrre in due impianti 80 nuove testate nucleari all’anno.

«Il futuro dell’America» può significare la fine del mondo.

il manifesto, 18 febbraio 2020


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